“La mamma è mia!” o “la bambola è mia” e anche i giochi degli altri bambi sono suoi, stringe forte ciò che ha in mano e lo difende con rabbia.
Caro genitore, ti ritrovi in questa descrizione? Se hai un figlio di 2-3 anni, sicuramente sei nella piena fase del “mio”, per tuo figlio è tutto suo e spesso, questo suo comportamento, ti crea imbarazzo e difficoltà di fronte ad altre persone. Sicuramente ti stai chiedendo come mai tutto questo, eppure hai sempre cercato di insegnare la condivisione e, magari ti stai chiedendo se fa così perché è figlio unico o se lo stai “viziando” troppo.
Rispondo ai tuoi dubbi (leciti).
Tuo figlio non ha nulla che non va e tu non stai inculcando valori sbagliati!
A partire dai 18 mesi, ha inizio una importante fase di maturazione cognitiva del bambino che, permette di differenziare sé stesso, dall’altro. Prima di questa fase, il bambino considera ogni cosa percepita come un’ estensione di sé.
Due aspetti importanti di questa fase di sviluppo sono:
Il bambino si relaziona con il mondo unicamente dal proprio punto di vita ed è concentrato unicamente sull’appagamento dei propri bisogni (quello che lo studioso Piaget chiama “egocentrismo infantile”).
Inizia a realizzare di essere un’ entità a parte dalle figure di attaccamento e ad esprimere la propria volontà. Affermare “è mio”, richiede un ragionamento cognitivo e una competenza semantica. Utilizzare questo aggettivo, richiede l’acquisizione di una competenza astratta, ovvero capire il legame che si può istaurare tra le cose e le persone. Altro passaggio evolutivo-cognitivo sarà quello di passare da: “mi piace, è mio” a “mi piace ma è di un altro”, ci vuole tempo e un pò di pazienza.
Cosa possono fare i genitori? Ecco 5 consigli:
Non rimproverate il bambino e non punitelo (è una fase normale della crescita!)
Cercate di immedesimarvi nel vissuto del bambino (riflessione: dareste il vostro smatphone a qualcuno?) . Es. “Ti piace tanto questa macchinina? Bella vero? Ricorda però che è di Luca e dobbiamo lasciarla a lui”.
Non costringetelo a condividere tutto, magari stabilite insieme a lui quali sono i giochi da condividere e quali no. Lasciate che sia lui/lei a decidere.
Quando più bambini vogliono lo stesso gioco, aiutate i bambini a stabilire dei turni e cercate di trovare un’attività piacevole e interessante per il bambino che sta aspettando il proprio turno.
Cari genitori, siate tranquilli, è una fase evolutiva, vostro figlio non diventerà una persona egoista.
Se avete domande potete scrivermi a: psichedr@gmail.com
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