TECNICHE DI MANIPOLAZIONE PSICOLOGICA NELLA COPPIA

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Cosa avviene nella mente delle persone quando sono sottoposte a manipolazione?  Molti studiosi si sono cimentati in questo arduo lavoro, il primo, Albert Biderman nel  1957 ha analizzato le condotte utilizzate sui prigionieri americani nella guerra della Corea, tecniche utilizzate per l’adattamento e per ottenere informazioni. Biderman ha stilato una carta “la Biderman’s Chart” in cui analizza in otto punti il metodo utilizzato e gli effetti previsti, tale documento è ancora oggi un importante punto di riferimento per gli studiosi della manipolazione psicologica, sia in ambito familiare che relazionale, bellico e lavorativo. La manipolazione ha caratteristiche ben più distruttive di quella fisica in quanto, intacca le strutture di identità dell’individuo. Le reazioni della vittima alla tortura sono state  analizzate soprattutto in due ambiti: i conflitti bellici e la violenza domestica. In questo articolo, l’attenzione sarà focalizzata alla manipolazione in ambito domestico, le tecniche del lavaggio del cervello come strumento per mantenere un partner sotto il controllo dell’altro. La Russel sostiene che coloro che cercano di controllare i loro partner, attraverso la costrizione psicologica, mettono in moto meccanismi simili a quelli utilizzati dalle guardie carcerarie. Lo psicologo Leon Festinger individua tre componenti di controllo essenziali affinché si possa parlare di manipolazione mentale:
Il controllo del comportamento, si controlla ogni singolo comportamento della vittima: come si veste, come si comporta nelle mura domestiche e all’esterno. Ogni gesto o comportamento non ritenuto adeguato deve essere severamente punito, questo genera ansia e terrore, si genera una forte confusione e la vittima non sa come comportarsi per tale motivo all’esterno è molto inibita.
 – Il controllo dei pensieri, la vittima è portata ad essere influenzata sul piano dei pensieri, le sue idee vengono confuse al tal punto da arrivare a pensare come il manipolatore vuole o addirittura a difenderlo da eventuali “attacchi” dall’esterno.
Il controllo delle emozioni riguarda la sfera dei sentimenti. I sensi di colpa e la paura sono perni su cui ruota l’intera vita della vittima, il manipolatore utilizza tali strumenti per favorire un totale livello di dipendenza fisica e psicologica. La violenza a quel punto non viene più percepita perchè il soggetto debole crede di essere esso stesso in torto.
Ogni componente influenza profondamente le altre e modificandone una anche le altre tenderanno a cambiare.  La vittima tende a giustificare il suo carnefice e a mettere in dubbio se stessa. Si assiste ad una distorsione della realtà, è il caso di molte mogli che subiscono violenze e tendono sempre a giustificare i loro mariti e mandare avanti i matrimoni.
Cosa aiuta l’attuarsi del lavaggio del cervello?
1)L’isolamento: privazione del supporto familiare e sociale, di tempo per sé, per la propria crescita personale e per le attività di interesse.
2) Le false accuse: comunemente il partner rimprovera la vittima di essere responsabile degli attacchi violenti, responsabile della propria infelicità, responsabile di tutte le infelicità e i mali umori del partner.
3) Gli attacchi imprevedibili: generano una forte tensione e un clima di terrore, la vittima cerca di evitare ogni fonte di malcontento mostrandosi sempre assertiva e assecondando i bisogni per evitare e prevenire qualsiasi attacco. L’alternanza di periodi di quiete e di furia improvvisa generano instabilità,  secondo il partner la furia non è mai ingiustificata, ogni colpa viene fatta ricadere sulla donna che sostiene l’abbia generata.
4) Le umiliazioni: sono utilizzate per lo più per mantenere il controllo e la sottomissione della vittima;
5) Le minacce: riguardano solitamente l’incolumità della vittima e dei propri figli, tale minacce di abbandono, di sottrazione dei figli, di privazione economica e di morte, hanno lo scopo di mantenere ancorata a sé la vittima attraverso il terrore.
La donna solitamente si sente incapace di opporsi, appare passiva e questa è una forma di difesa usuale in contesti di squilibrio di forza. In alcuni casi la donna decide di reagire, prende coscienza  della propria sofferenza, realizza l’impossibilità di un cambiamento nel  rapporto con il partner violento e decide di porre un freno ad un rapporto di coppia senza controllo. Questo è il momento più delicato di una relazione di coppia violenta,  quando la donna  decide di separarsi, sperando così di porre un punto alla violenza. Quando il manipolatore avverte il tentativo di separazione della vittima incrementa i meccanismi di svalutazione, umiliazione e di violenza. In questo contesto la donna potrebbe ricercare degli aiuti, amici, familiari, associazioni, aiuto psicologico etc. Questo è un momento estremamente delicato, è estremamente importante che la vittima venga  supportata adeguatamente, venga aiutata e indirizzata. La vittima è estremamente vulnerabile e in profonda crisi con se stessa, oscilla tra la volontà di separazione dal partner e la speranza di cambiamento della della propria vita di coppia. Supportare la vittima significa aiutarla a prendere le redini della propria vita per orientare al meglio la propria corsa.
                                                                                                                                                                                                                Dott.ssa  Desirè Roberto
Bibliografia
Elvira Reale. Maltrattamento e violenza sulle donne, Vol.II. 2011. Franco Angeli. Milano

I. Nazara-Aga. La manipolazione affettiva.2008. Alberto Castelvecchi Editore. Roma

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