13 Segnali per capire se tuo figlio è ansioso

L’ansia è sempre un problema?

No. L’ansia è una reazione normale e innata di fronteggiamento di fronte a situazioni di pericolo, stressanti o incerte. Quando vi è una situazione minacciosa, il nostro cervello si attiva affinchè il corpo reagisca al pericolo, un complesso meccanismo chiamato “attacco o fuga”, che mette in moto il nostro corpo e lo induce ad attivarsi. Quando i nostri antenati si sono trovati di fronte ad animali feroci, la paura e la conseguente attivazione fisica, ha permesso la loro sopravvivenza, potevano scegliere di attaccare o fuggire davanti al pericolo. Se i nostri antenati non avessero avuto paura, né ansia (e dunque non avessero adottato strategie per affrontare i pericoli), non saremmo mai nati.

Quando l’ansia diventa un problema?

Un carico eccessivo di ansia interferisce in molti aspetti della vita del bambino (e dell’adulto): dalla capacità di concentrarsi (inficiando sul rendimento scolastico), alla capacità di fare nuove amicizie e di vivere in armonia nel quotidiano.

I disturbi d’ansia sono caratterizzati da sentimenti pervasivi di preoccupazione o ansia, con evidenti sintomi fisici e comportamentali difficili da controllare, che causano difficoltà nell’adattamento sociale e che si manifestano per la maggior parte dei giorni per almeno sei mesi.

I livelli di ansia e di paura sono sproporzionatamente elevati rispetto agli stimoli ambientali.

Come si manifesta l’ansia nei bambini?

L’ansia non è sempre evidente e palese, spesso, soprattutto nei bambini, è velata o mascherata. Gli adulti non sempre si accorgono che il comportamento del bambino è un comportamento ansioso. Accade frequentemente, ad esempio, che un genitore porti il bambino in terapia per altri problemi e, scopre che in realtà, il bambino ha un disturbo d’ansia.

L’ansia non si manifesta sempre allo stesso modo, alcuni bambini sono ansiosi di tanto in tanto, altri sempre e altri ancora non sanno di esserlo.

Perché si diventa ansiosi?

La letteratura scientifica concorda che i fattori in grado di determinare l’insorgenza e il mantenimento dei disturbi d’ansia in età evolutiva sono tre:

i fattori genetici;

il temperamento del bambino;

-i fattori ambientali, i quali comprendono lo stile educativo genitoriale ed eventualmente l’ansia del genitore.

L’ansia si manifesta spesso attraverso il corpo, il bambino lamenta disturbi somatici di vario genere o riferisce di essere preoccupato per una determinata prestazione.

Quando l’ansia non è manifesta, quali comportamenti del bambino, potrebbero indurci a riflettere?

Ecco alcuni esempi che ci indicano che siamo di fronte ad ansia mascherata.

  1. Il bambino lamenta costantemente mal di pancia e mal di testa, lo avete portato dal pediatra, dal gastroenterologo e dal neurologo ma vi hanno comunicato che non c’è alcuna spiegazione medica a tali disturbi.
  2. Il bambino ha reazioni spropositate quando sbaglia (es. sbaglia a scrivere una parola, manifesta rabbia, la cancella e la scrive nuovamente).
  3. Il bambino ha “tic nervosi” in determinati momenti/contesti. (importante escludere una componente neuronale).
  4. Il bambino telefona costantemente alla mamma quando è lontana da lei e le chiede “quando torni?”.
  5. Il bambino ha iniziato a strapparsi i capelli.
  6. Il bambino ha costante bisogno di rassicurazioni (es. “papà sicuro che non succede niente?”) e sembra che nonostante si offra supporto, il bambino continua ad aver bisogno di essere rassicurato.
  7. Il bambino che fino a poco tempo fa amava dedicarsi ad un’attività o uno sport, improvvisamente rifiuta di andarci e magari dice “non mi piace più!”
  8. Il bambino rifiuta di andare a scuola.
  9. Il bambino ama esibirsi a casa ad esempio cantando, ballando o recitando poesie ma, quando gli viene chiesto di farlo in presenza di altre persone, ha “crisi di rabbia”.
  10. Il bambino loquace in contesti familiari, diventa “muto” in contesti non familiari.
  11. Il bambino all’improvviso ha inappetenza (mancanza di appetito) protratto per diversi giorni.
  12. Il bambino inizia improvvisamente a fare pipì a letto.
  13. Il bambino non vuole più dormire nel suo letto perché ha incubi.

Tutti gli esempi citati, potrebbero far presagire un disturbo d’ansia o in generale, che c’è qualche turbamento emotivo nel bambino. Naturalmente ogni situazione va adeguatamente approfondita da uno specialista del settore il quale, attraverso un’indagine approfondita, vi darà risposte e vi indirizzerà sul percorso da seguire.

Quando parliamo di bambini, è importante che la famiglia sia parte integrante del percorso. I genitori sono un elemento essenziale del trattamento, verranno insegnate strategie e l’intero nucleo familiare sarà impegnato nel far fronte al problema manifestato dal bambino.

 Il mio consiglio è di rivolgervi sempre agli esperti nel campo evolutivo, perché un problema preso tempestivamente può essere risolto velocemente, prima che si cronicizzi e il lavoro per ristabilire l’equilibrio diventerà più lungo e complesso.

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Per qualsiasi informazione potete scrivermi a psichedr@gmail.com

Dott.ssa Desirè Roberto

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